In Italia possibile una nuova stretta nel fine settimana per fronteggiare l’aumento dei casi di coronavirus.
Coronavirus in Italia, si pensa ad una nuova stretta, e se non si procederà con un nuovo dpcm lo si farà con nuove restrizioni integrative. È questo quanto emerge nella giornata del 21 ottobre, mentre il governo continua a monitorare l’andamento dei contagi per capire se e come muoversi.
La curva epidemiologica e i ricoveri
A dettare legge sono i dati epidemiologici. I fattori chiave sono due: i nuovi casi, quindi il famoso andamento della curva, e la tenuta del sistema sanitario, ossia i posti disponibili nei reparti di terapia intensiva, in particolare.
Nel caso in cui l’andamento settimanale dovesse essere preoccupante o comunque non positivo si potrebbe procedere con una nuova stretta. Ma in che modo?
Nuovo dpcm?
Nelle ultime ore sta circolando l’ipotesi di un nuovo dpcm. Si tratterebbe del terzo solo nel mese di ottobre. L’indiscrezione non trova sponde ufficiali negli ambienti dei Ministeri competenti, che invece non escludono una sorta di integrazione al dpcm del 18 ottobre. Va detto però che dal mondo degli esperti ci sarebbero richieste legate all’adozione di misure più restrittive per fronteggiare l’aumento dei contagi.
Coronavirus in Italia, possibile una nuova stretta. Si monitorano palestre, piscine e mezzi di trasporto
I riflettori sono puntati sulle palestre e sulle piscine. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è preso una settimana di tempo prima di procedere con una decisione. Nel corso di questi giorni si sono intensificati i controlli dei NAS. Se il bilancio dovesse essere positivo, dimostrando quindi che le strutture rispettano le regole, allora non ci dovrebbero essere variazioni. Nel caso in cui i carabinieri dovessero registrare irregolarità, allora si procederebbe con la chiusura.
Un altro aspetto critico è quello dei mezzi di trasporto. Resta in piedi l’ipotesi di limitare la capienza sui mezzi o di aumentare quelli a disposizione. Due scelte in realtà difficili da praticare. Se si decidessi di far salire meno persone su autobus e metropolitane bisognerebbe fronteggiare il problema degli assembramenti alle fermate. Se si decidesse di aumentare i mezzi, questi andrebbero trovati.